Molti Paesi dipendono dalle risorse di tonno per l’approvvigionamento di cibo e per la nutrizione, per lo sviluppo economico, per l’occupazione e per la cultura, ed è necessario difendere e salvaguardare la gestione sostenibile degli stock ittici. Questo è l’obiettivo della Giornata Mondiale del Tonno (2 maggio), designata nel 2016 dalla Risoluzione dell’Assemblea Generale dalle Nazioni Unite, per invitare tutti gli Stati membri, le organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, altre organizzazioni internazionali e regionali e la società civile, incluse le organizzazioni non governative, ad aumentare la consapevolezza del valore del tonno per la nutrizione, lo sviluppo economico, l’occupazione, le entrate economiche, i mezzi di sostentamento, la cultura e la ricreazione, e riconoscere l’importanza della gestione sostenibile di questa pesca, per adempiere all’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.
Ad oggi, più di 80 Stati praticano la pesca del tonno e la sua portata continua a crescere. Il primo prodotto a guidare la produzione delle conserve ittiche è il tonno in scatola, un mercato che, solo in Italia, ha un valore di circa 1,3 miliardi di euro (2018), come confermano i dati dell’ANCIT (Associazione Nazionale dei Conservieri Ittici e delle Tonnare), con una produzione nazionale di 74.000 tonnellate e un consumo di 153.251 tonnellate pari a circa 2,5 kg pro capite, per un settore che conta circa 1.500 addetti. Il comparto del tonno in scatola si conferma come uno dei più virtuosi dell’industria alimentare italiana, posizionando il nostro Paese al 2° posto in Europa, dopo la Spagna. E sul fronte export sono oltre 24.000 le tonnellate di tonno in scatola italiano destinate ai mercati prevalentemente europei ma anche extraeuropei.
Per salvaguardare la sostenibilità, i protagonisti dell’industria ittica hanno avviato negli ultimi anni importanti progetti, con la creazione di iniziative e certificazioni ad hoc, finalizzate alla conservazione e alla tutela dell’ecosistema marino e della biodiversità, alla difesa dell’equilibrio tra le risorse e l’attività di pesca, assicurando il naturale rinnovamento, evitando il sovra-sfruttamento, la pesca illegale e accidentale. E nel corso dell’ultima Assemblea Generale delle Associazioni europee dei trasformatori ed importatori di pesce (AIPCE-CEP), in collaborazione con la FAO, i protagonisti della filiera hanno condiviso l’esigenza di cooperare per la protezione della vita sott’acqua in maniera sostenibile e innovativa, anche per garantire a lungo termine l’approvvigionamento adeguato di materia prima.
“In Italia, il mercato delle conserve ittiche è un riferimento per tutto il settore – afferma Simone Legnani, Presidente ANCIT – I consumatori totali di tonno in scatola sono il 94% della popolazione e quasi 1 italiano su 2 (43%) lo mangia ogni settimana, soprattutto perché è salutare, conveniente e rispecchia gli stili di vita moderni. Per diverse ragioni l’industria del tonno ha delle ottime prospettive, soprattutto perché risponde alla crescente richiesta di cibo nel mondo. E per garantire l’approvvigionamento di tonno sul mercato, anche l’industria di trasformazione deve essere sostenibile e innovativa a livello globale. Per questo il settore è rispettoso dell’ambiente, adottando processi di produzione che garantiscono la riduzione degli sprechi e l’uso di materiali riciclabili come la scatoletta d’acciaio e il vetro in linea con le tendenze di riciclo delle confezioni”.
Un’indagine commissionata Doxa/ANCIT ha fotografato il vissuto e la conoscenza degli italiani rispetto al tonno in scatola. Scopriamo che questo alimento piace soprattutto agli under 25 e alle famiglie dove ci sono i bambini. I consumatori totali di tonno sono il 94% della popolazione e quasi 1 italiano su 2 (43%) lo mangia ogni settimana, soprattutto perché è versatile, facile e veloce da preparare. Ma anche in virtù dei suoi valori nutrizionali. E tra gli italiani che praticano sport – circa il 50% del campione analizzato – 7 su 10 lo inseriscono nella “Top 5” degli alimenti a cui non saprebbero rinunciare (insieme a carni bianche, legumi, yogurt e bresaola).
“Il tonno è un alimento estremamente nutriente e una risorsa importante per il benessere e la sussistenza dell’organismo – commenta il Prof. Luca Piretta gastroenterologo e nutrizionista all’Università Campus Biomedico di Roma –. Oltre ad essere parte integrante della Dieta Mediterranea, consente di ottimizzare tutte le funzioni vitali, anche nella versione in scatola che, grazie alle tecniche di conservazione e al processo di sterilizzazione che non richiedono l’aggiunta di conservanti, mantiene le caratteristiche nutrizionali simili a quelle del tonno fresco. Entrambi sono ricchi di proteine nobili, (addirittura il tonno in scatola ne contiene una quantità maggiore rispetto a quello fresco). Ambedue apportano acidi grassi omega 3, seppure in percentuali diverse, e anche il contenuto di vitamine e sali minerali rimane inalterato: il tonno in scatola come quello fresco, è ricco di iodio, potassio, ferro, fosforo e vitamine del gruppo B. Inoltre, a parità di apporto nutrizionale con quello fresco, è più economico ed offre numerosi vantaggi in relazione alla sua facile reperibilità, conservabilità e versatilità in cucina.”