Natale 2020: essenziale, inclusivo, autentico con le conserve ittiche protagoniste del menù della Vigilia

Natale 2020: essenziale, inclusivo, autentico con le conserve ittiche protagoniste del menù della Vigilia

Festeggiare il Natale quest’anno avrà un sapore diverso. Trascorreremo le feste con pochi intimi in famiglia, in modalità ristretta e riservata. Non assaporeremo l’atmosfera tipica dei mercatini di Natale e in strada. Cambieranno anche i preparativi: non ci saranno le file al supermercato tipiche dell’ultimo minuto della vigilia, la tavola del Natale ai tempi del Covid potrebbe essere meno imbandita del solito e ci sarà una tendenza al risparmio.

L’emergenza ha riportato al centro dell’attenzione le cose autentiche e semplici, con una riscoperta dei valori dimenticati in tutti i campi, soprattutto a tavola. La cena della vigilia è il momento che, per eccellenza, ci riporta alla famiglia e all’essenziale. Una tradizione consolidata tanto quanto il presepe, l’albero e lo scambio di doni. Ogni regione (addirittura ogni paese) ha le proprie usanze, ma se c’è una tradizione che mette d’accordo tutta l’Italia è quella secondo cui la sera del 24 dicembre è il trionfo della cena “di magro”, a base di pesce. E le conserve ittiche sono la soluzione ideale: buone, accessibili, nutrienti, pratiche, dalla lunga shelf-life, anche per chi vuole fare la spesa in anticipo.

TONNO, SGOMBRO, SALMONE E ALICI: IL MENU DELLA VIGILIA CON LE CONSERVE ITTICHE – Fanno parte della tradizione italiana e gastronomica mediterranea e a Natale sono tra i protagonisti della cena della Vigilia. Parliamo del tonno in scatola, dello sgombro, del salmone e delle alici, delle sardine. E se gli spaghetti con il sugo di tonno, sono un grande classico della vigilia (soprattutto a Roma), sono tante le ricette semplici e accessibili che si possono preparare con le conserve ittiche, degne di una tavola delle feste. Ecco il menu che la blogger Leyla Farella di Giallo Zafferano ha ideato per la cena di Natale all’insegna della Dieta Mediterranea: Cake di alici con pecorino e prezzemolo, Danubio natalizio al tonno, Risotto “sparkling” con salmone e melagrana, Insalata all’aria d’agrumi, sgombro e noci.

PRATICHE, ACCESSIBILI, NUTRIENTI E ANTISPRECO: IL VALORE DELLE CONSERVE ITTICHE – Pratiche, economiche, di alto profilo nutrizionale e versatili in cucina: tonno, alici, sgombro, salmone, sardine sono un mix perfetto di gusto e sana alimentazione. Parliamo di alimenti che contengono importanti caratteristiche nutrizionali: “In un regime corretto ed equilibrato, il pesce gioca un ruolo fondamentale grazie alle sue proprietà – afferma Luca Piretta, gastroenterologo e nutrizionista all’Università Campus Biomedico di Roma. Può considerarsi, infatti, un alimento quasi perfetto per il suo ottimale contenuto proteico, cioè il rapporto tra la elevata quantità di proteine e il ridotto apporto calorico. Queste caratteristiche si rivelano ancora più preziose in un momento in cui si esce di meno e si è meno esposti alla luce del sole”. Parliamo di alimenti che contengono importanti caratteristiche nutrizionali: proteine nobili cioè di alto valore biologico, minerali (calcio, potassio, fosforo, ferro, iodio), vitamine del complesso B, oltre alle vitamine D, A ed E. “Il pesce rappresenta la fonte principale di Omega 3 a catena lunga – continua Piretta – che il nostro organismo utilizza per numerosissime funzioni legate al nostro benessere ma che non è in grado di produrre da solo. La Vitamina D e il Triptofano che contiene il tonno in scatola sono preziosi per il sistema immunitario, il buonumore e la qualità del sonno. Le conserve ittiche coniugano gusto e salute posizionandosi come prodotti di prima scelta per un’alimentazione basata sulla dieta mediterranea”. Infine, sono prodotti antispreco per eccellenza: non si buttano mai e si riciclano completamente, valori importanti in tempi in cui siamo più attenti al risparmio e a non sprecare.

LA VIGILIA DI MAGRO: CURIOSITÀ SULL’USANZA PREVALENTEMENTE POPOLARE  – Al contrario di ciò che si può pensare, non si tratta di una tradizione culinaria legata al Vangelo e ai testi sacri. La rinuncia alla carne, prediligendo il pesce, nella cena del 24 dicembre è soprattutto un’usanza popolare. Nel 1917, il Codex Iuris Canonici ha prescritto l’astinenza dalla carne e il digiuno nei giorni della vigilia delle solennità cristiane di Pentecoste, dell’Assunta, di tutti i Santi e del Natale. Tuttavia a febbraio 1966 Paolo VI firmò la Costituzione Apostolica Paenitemini con cui furono superate queste indicazioni, e stabilì che il digiuno fosse necessario solo il mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo, e l’astinenza dalla carne tutti i venerdì dell’anno, ma non più nelle vigilie.

 

Articolo pubblicato il 03/12/2020